«Fai ciò che ti ha detto Mansour: vai a Ghat e incontra il capitano Yousef, fai il tuo lavoro di istruttore e, nei momenti liberi, segui Yousef. Ti puoi fidare di ciò che dice, non c’è bisogno che ti dia nessun recapito, perché noi ufficialmente non ci siamo mai visti. Se proprio dovrai contattarmi, pensa intensamente a ciò che vuoi chiedermi e ascolta la risposta dentro di te, non sarai tu che parlerai a te stesso, ma io che ti risponderò... Un’ultima cosa: ricordati sempre che il vero pazzo è colui che si oppone alle Stelle... Stammi bene, Benjamin...» fece per andarsene ma poi si rigirò e disse: «Anzi, ti saluto in sumero, ma non credere che stia pronunciando il tuo nome: ciao lu.igi! O al plurale se preferisci, ciao lu-lu.igi-igi! Sai cosa significa?».
«No» risposi spiazzato.
«Beh, informati, non è difficile».
Mah, pensai tra me, Luigi... lu.igi, lu igigi, lulu igigi, ma che diavolo starà farneticando? Farà lo spelling del mio nome... All’epoca non capivo, credevo che Ilneer stesse scherzando, ma mi sarebbe bastato conoscere l’abc del sumero per capire che non era così. Fu allora che scoprii che il nome Luigi deriva da questo antico linguaggio. In sumero gli Igigi sono gli dèi inferiori, letteralmente significa “Sorveglianti” e “Lu” è la traduzione di “Uomo”. I Sumeri, per il plurale, raddoppiavano la parola: esempio Uomo=lu, Uomini=lulu. Semplice no?...
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