Si parla di Italia in rovina, di Italiani disperati, di politici corrotti e barbari, di crudeltà inutili indifferentemente praticate su umani e animali, di occasioni perse, di sovranità monetaria espropriata ai cittadini e allo Stato, di criminalità che sguazza coi poteri forti, di poteri forti che sguazzano con la criminalità.
È inutile cercare di sintetizzarne i passaggi più significativi: sono tutti significativi e, nella loro disarmante brutalità, andrebbero letti e vissuti direttamente più che mediati ed eterointerpretati.
Eppure il libro si presta ad una lettura che, forse, potrebbe addirittura andare al di là delle stesse intenzioni disperanti dell’autore: esso, infatti, si inserisce in un filone del tutto nuovo che sta nascendo da pochissimi anni (forse sette o otto) in tutto il mondo, quello del nazionalismo pacifico.
Durante gli anni sessanta e settanta dello scorso secolo, infatti, le multinazionali, supportate dall’azione violenta dei servizi segreti (più o meno deviati) dei principali Paesi industrializzati, hanno fatto piazza pulita dei leader democratici indipendenti (da Kennedy a Moro, da Allende a Lumumba) per ottenere il fondamentale risultato, in vista della sopraffazione dei popoli e del dilagare senza limitazioni dei loro poteri e interessi privatistici: l’abbattimento o, almeno, l’indebolimento dello Stato-Nazione.
Non è un caso, dunque, se già durante il decennio successivo, gli anni ‘80, gli Stati nazionali risultavano privati del loro fondamentale strumento di azione, la sovranità monetaria; ciò ed il cosiddetto liberismo hanno posto le basi della neoglobalizzazione, una forma sfrenata e scriteriata di competizione fra i popoli a chi pagava meno e trattava peggio i propri lavoratori ed i propri cittadini.
Tale modello, tuttavia, risulta in grave crisi da sette-otto anni, come si diceva, anche perché la potenza liberista-imperialista “di coordinameno”, gli USA – che hanno perso la loro indipendenza a favore di un gruppo di uomini d’affari senza scrupoli facenti capo alla piazza di Londra, madre di tutte le trame – ha pensato bene di lanciare sanguinose e perdenti guerre da finanziare in dollari: la via maestra di una perdita di valore che solo i possessori di tale valuta (soprattutto Cina, India e Russia) hanno potuto scongiurare non utilizzandoli, ma ottenendo in cambio un certo ripristino delle loro volontà nazionali.
E così lo Stato moderno – che ha i geni cattivi del Principe di machiavelliana memoria e i geni buoni del Trattato di Westfalia – si è preso la sua non piccola rivincita; certo, se assisteremo, nei prossimi decenni, ad una ripresa dei nazionalismi aggressivi con rivendicazioni territoriali ed economiche che portano a scontri militari, il quadro fosco delineato da Marco Della Luna per l’Italia sarà destinato ad aggravarsi e, logicamente, ad allargarsi un po’ dappertutto.
Ma se, invece, prevarrà una logica di sviluppo autocentrato (in cui anche le monete complementari locali avranno un ruolo importante, almeno all’inizio) e di rispetto della sfera di influenza e di autonomia dei “vicini di casa”, è possibile uno scenario politico ed economico del tutto diverso.
E incoraggiante. Ma, prima, occorrerebbe leggere Polli da spennare per capire fino in fondo quello che non si deve accettare se si vuole diventare classe dirigente responsabile, cittadini intelligenti, popoli liberi. (n.g.) Ora che il sistema, dispone di leggi e tecnologie che gli consentono un controllo e una manipolazione radicali, si gioca il nostro futuro: ritornare uomini o diventare come polli geneticamente modificati.
Subire fino in fondo la logica del profitto e dei numeri, oppure tornare a contare come esseri umani, l’unica alternativa a un destino di polli d’allevamento, che nascono e vivono solo per essere spennati e mangiati.
Ora, o mai più. La via della salvezza è aperta dalla conoscenza. Questo libro indica le risorse: per risolvere gli attuali problemi occorre investire subito le risorse che il futuro è in grado di produrre. Marco Della Luna, avvocato, esercita da anni la professione forense. Laureato in psicologia a Padova è inoltre studioso di strumenti psicologici, economici e giuridici di dominazione sociale. Autore di numerosi articoli e di diversi libri tra cui: Il Codice di Mâya, Euroschiavi, Le Chiavi del Potere.
Codice: 9788889983072
Pagine: 256
Formato: CARTACEO